giovedì 29 settembre 2011

Audit del debito, come primo passo...

A scanso di equivoci, chiarisco subito in premessa che, dal mio personalissimo punto di vista, tutto il debito pubblico che la Repubblica Italiana ha emesso dopo il 15 agosto 1971 (fine degli accordi di Bretton Woods e della parità dollaro-oro) è totalmente illegittimo e dovrebbero pagarlo di tasca loro i politici e i banchieri che lo hanno generato.

Lo considero un debito illegittimo perché (come insegna Auriti) se, dal '71, non esiste più la riserva aurea a garanzia del denaro “stampato” dai banchieri centrali, appaiono ovvie ed evidenti le seguenti conclusioni:

  a) le banche centrali non sono più “proprietarie” del denaro emesso (perchè non sono più proprietarie della riserva) e quindi non possono concedere a prestito una cosa che non possiedono

  b) se il denaro viene creato dal nulla, senza alcuna copertura, il Popolo Sovrano può tranquillamente stamparselo da solo senza indebitarsi 

  c) in una Repubblica Democratica, una Banca Centrale controllata da un cartello di banchieri privati non può avere maggiore sovranità del Popolo sovrano

La totale illegittimità del debito pubblico post-BrettonWoods dovrebbe indurci ad una unica decisione politica: ridare al Popolo la sovranità monetaria nazionalizzando la banca centrale e tornando ad emettere moneta esente da debito.
Questo in un mondo governato dalla logica, dal buon senso, e da una classe politica consacrata esclusivamente alla tutela del bene comune.

Che non è il mondo in cui viviamo, purtroppo.

Conclusa la doverosa premessa e accantonata (solo per un attimo) l'idea di lottare per una soluzione radicale e definitiva del problema del denaro-debito, mi pongo più pragmaticamente il problema di definire una strategia immediata per la riduzione del danno valutando con attenzione la situazione in cui ci troviamo dopo 40 anni di selvaggia speculazione.

E l'unica strategia di riduzione del danno consiste, ora, nel guardare in faccia il debito accumulato, analizzarlo con meticolosa attenzione e stabilire:

a) Quali creditori devono essere assolutamente rimborsati
b) Quali creditori possono aspettare un po’ di più o avere un po’ di meno
c) Quali creditori devono mettersi il cuore in pace...

Le famiglie e le imprese italiane che hanno investito nei titoli di stato i risparmi accumulati in una vita di sacrifici e lavoro, i piccoli risparmiatori domestici insomma, vanno assolutamente salvati. Non si discute.

Per tutti gli altri, facciamo una bella analisi, caso per caso, e stabiliamo il giusto livello di rimborso e la giusta priorità (per un debito che è e resta, comunque, complessivamente, illegittimo).

Questo non è un esercizio di fantasia ma si chiama AUDIT DEL DEBITO PUBBLICO e può essere affidata ad una commissione di esperti incaricata dal nostro Parlamento.

Ad esempio, lo hanno fatto nel 1992 in Ecuador:



Che dite, lo chiediamo anche noi a gran voce ai nostri “politici” ?

Con quali motivazioni possono rifiutarsi di appoggiare una iniziativa del genere mentre ci chiedono ogni giorno di fare sacrifici proprio per "abbattere" il debito ?

Vogliamo solo sapere chi sono i nostri creditori: è il minimo che possiamo chiedere prima di pagare il conto, no ?

 

mercoledì 28 settembre 2011

Dove è finito il nostro debito estero ?


Come molti altri paesi europei, l'Italia ha intrapreso da tempo un massiccio programma di finanziamento del proprio debito pubblico sul mercato estero.

Secondo uno studio ADUSBEF del 2006 basato su dati ufficiali di Bankitalia, dal '91 al '95 il debito estero italiano è aumentato dal 5,99% al 53,31% realizzando una profonda mutazione della struttura e della composizione del debito che ha ormai perso definitivamente i connotati rassicuranti di un debito tutto "domestico" (le brave famiglie italiane che prestano soldi allo stato...).

Il sito ufficiale del Dipartimento del Tesoro descrive in questo modo la strategia di emissione sui mercati internazionali


che si articola in tre distinti programmi di emissione tra cui spicca il Programma Global Bond:


Nella descrizione del suddetto programma troviamo scritto:

<<
La Repubblica ha recentemente ampliato i lead manager del Programma, scegliendoli tra le più importanti banche di investimento specialiste in titoli di Stato: Bank of America-Merrill Lynch Barclays, BNP Paribas, Citi, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs, HSBC, JP Morgan, , Morgan Stanley, Royal Bank of Scotland e UBS.
>> 

A questo punto diventa interessante capire un po' di più come funziona il "gioco" e, magari, riuscire a seguire il filo di arianna che ci porta verso gli attuali detentori dei titoli di debito collocati al di fuori dei confini nazionali.

Per giungere ad un quadro completo ed esaustivo, si dovrebbe eseguire un vero e proprio audit del debito,  affidando l'incarico ad una commissione di esperti costituita ufficialmente in seno al parlamento (sarebbe un gesto di grande trasparenza nei confronti dei cittadini che sono chiamati a pagare di tasca propria).

In attesa che i nostri rappresentanti a Roma smettano di accapigliarsi nei talk-show televisivi e si decidano ad istituire questa commissione, voglio vedere se da solo riesco a rispondere ad alcune domande utilizzando la rete.

Domande:


1. che ruolo ha il "lead manager" nel processo di collocamento ?

2. quanti e quali titoli sono in circolazione ?

3. chi sono gli attuali detentori di questi titoli ?


Risposte che ho trovato in rete:

Il lead manager, in un programma di emissione di eurobond, è una banca o una istituzione finanziaria che gode di elevato prestigio ed esperienza nei mercati finanziari internazionali e conduce, in prima persona, le operazioni di collocamento delle obbligazioni presso gli investitori privati.

Il lead manager procede alla definizione delle caratteristiche dei titoli (rendimento, scadenza, valuta, prezzo di emissione) e alla formazione di un consorzio di banche in grado di collocare l'emissione.

Un ruolo chiave, direi.

Mi chiedo quali sono i criteri che conducono alla scelta del lead manager per le singole emissioni e se tali criteri hanno una evidenza pubblica e trasparente (confesso di non ho trovato nessun riferimento in tal senso ma forse ho cercato nel posto sbagliato).

Per quanto riguarda la composizione di tutti titoli esteri già emessi, ho trovato invece questo utile documento, sempre dal sito del Dipartimento del Tesoro,


che riporta gli estremi di ogni singola emissione dall'inizio dei programmi fino al 30 giugno 2011.

Scorrendo la lista osserviamo che le emissioni più vecchie risalgono al 1993 e prevedono, in alcuni casi, un tasso di interesse superiore al 6% (i tassi a cui siamo arrivati in questi giorni grazie ai ripetuti attacchi speculativi).

Per cercare di rispondere alla terza e più difficile domanda ("chi ha in mano, oggi, questi titoli di debito?") non vedo altra strada se non quella di eseguire ricerche specifiche su ciascun titolo emesso.

Provo a cercare su google il primo titolo della lista identificato dal codice ISIN US465410AH18, emesso il 27/09/1993 con scadenza 27/09/2023 del valore di 3,5 miliardi di Dollari USA e con un tasso di interesse (cedola) del 6,875%

A questo punto vengo travolto da una valanga di informazioni e dati, quotazioni in tempo reale, complicate schede "prodotto"... e, ben presto, getto la spugna !

Qualcuno di voi è in grado di fare un passo avanti nella ricerca o di suggerire un metodo alternativo ?

Penso che ne valga la pena.

...

Ricordiamoci sempre che i nostri "politici" ci stanno chiedendo di sopportare enormi sacrifici (personali, familiari, collettivi) giustificando tale richiesta con la ormai irrinunciabile necessità di ridurre il debito pubblico accumulato, soprattutto verso gli investitori stranieri (che hanno in mano più della metà del debito complessivo).

Prima di accettare passivamente questi dolorosi sacrifici abbiamo il diritto/dovere di sapere che cos'è il debito e chi sono i nostri creditori.

domenica 25 settembre 2011

Cursus honorum

Anche oggi Mario Draghi si è fatto sentire:

http://www.repubblica.it/economia/2011/09/24/news/draghi_parla-22168064/?ref=HRER1-1

Mario Draghi è l'attuale governatore di Bankitalia e sta per diventare presidente della BCE e, quindi, il nuovo "padrone" dell'euro.

Ripercorrendo la biografia di questo illustre personaggio troviamo questi passaggi (fonte: //www.bancaditalia.it):

<<  ...

Consulente economico della Banca d'Italia nel 1990.

Viene nominato Direttore Generale del Tesoro il 17 gennaio 1991 e vi resta fino al 2001.

Nel 1993 viene messo a capo del Comitato per le privatizzazioni.

In qualità di Direttore Generale del Tesoro ha guidato i lavori della Commissione incaricata di redigere il Testo Unico in materia di intermediari e mercati mobiliari.

E' stato, inoltre, Presidente dello European Economic and Financial Committee, membro del G7 Deputies e Presidente del gruppo di lavoro OCSE Working Party 3.

E' stato Vice Presidente e Managing Director di Goldman Sachs International e, dal 2004 al 2005, membro del Comitato esecutivo del Gruppo Goldman Sachs.

... >>


Faccio notare due cose:

a) dal 1993 al 2001 è, presso il Ministero del Tesoro, a capo del Comitato per le privatizzazioni

b) dopo aver gestito le privatizzazioni italiane, diventa Vice Presidente e Managing Director di Goldman Sachs e, nel 2004, membro del Comitato esecutivo del Gruppo Goldman Sachs.

...

Ora leggiamo qualcosa su Goldman Sachs, da wikipedia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Goldman_Sachs

e ricordiamo, in particolare, cosa è venuto fuori nell'aprile del 2010:

http://www.repubblica.it/economia/2010/04/16/news/subprime_la_sec_accusa_goldman_sachs-3398128/

http://www.repubblica.it/economia/2010/04/17/news/rampini_goldman-3407899/


Un piccolo estratto dall'articolo del 16 aprile 2010:

Secondo il quotidiano Usa, Goldman Sachs avrebbe speculato in modo illegittimo nei titoli legati al mercato immobiliare attraverso uno strumento denominato Abacus 2007-AC1. Anche il maggior partecipante di Abacus, Paulson&Co è coinvolto e avrebbe pagato a Goldman 15 milioni di dollari per strutturare il Cdo (Collateralized debt obligation), chiuso il 26 aprile 2007. Poco meno di nove mesi dopo, il 99% del portafoglio del Cdo era carta straccia. E mentre gli investitori perdevano, Goldman, che aveva scommesso contro i titoli che vendeva ai propri clienti, guadagnava.


E un altro pezzetto dall'articolo del 17 aprile 2010:

Perfino nella crisi della Grecia c'è lo zampino di Goldman, è questa banca che ha aiutato i governi di Atene a nascondere l'entità dei suoi deficit alla Commissione europea, con spericolate operazioni di finanza creativa. E ci sono state le piroette disinvolte con cui il colosso di wall Street ha cambiato "ragione sociale" per dribblare le leggi del suo paese: si convertì in una ordinaria banca di depositi quando faceva comodo avere lo scudo governativo nella fase di panico dei mercati; per poi tornare ad essere una banca d'investimenti dopo la bufera, in modo da non sottostare a regole sugli stipendi.

giovedì 22 settembre 2011

Cose (poco) ovvie sul denaro

Gli scambi economici sono sempre bilaterali (nel senso che coinvolgono sempre due soggetti che agiscono reciprocamente) e riproducono – anche oggi – lo schema del baratto.

Nello scambio bilaterale ciascuno dei due soggetti da e riceve.

Lo scambio avviene solo quando ciascuno dei due soggetti percepisce di non aver diminuito il valore dei beni posseduti prima dello scambio ritrovandosi con beni di diversa natura, dopo lo scambio.

Poiché entrambi i soggetti adottano la stessa strategia (di non-diminuzione del valore), si ha un equilibrio strategico solo quando il valore individuale, prima e dopo lo scambio, rimane costante per ciascun soggetto.

In altri termini, affinché lo scambio possa avere luogo, deve essere rispettato il principio di conservazione del valore individuale.

Entrambi i soggetti dello scambio bilaterale devono quindi considerare i beni scambiati di egual valore anche se di natura diversa.

Ad esempio, se due soggetti si scambiano due mele per un uovo è evidente che entrambi considerano due mele equivalenti (in valore) ad un singolo uovo e cioè attribuiscono all'uovo un valore pari al doppio del valore di una mela.

Il principio di conservazione del valore individuale rende però lo scambio bilaterale (il baratto) un mezzo assai poco pratico perché

a) non sempre i due soggetti sono simultaneamente interessati ai beni reciprocamente offerti

b)    non sempre i due soggetti riescono a stabilire una equivalenza di valore tra i beni coinvolti nello scambio

Per superare questi limiti operativi è stato inventato il denaro che è, di fatto, un "bene" accettato da tutti ed è facilmente "componibile" per ottenere qualsiasi quantità di valore.

Ogni bene può essere sempre scambiato con una determinata quantità di denaro (prezzo).

Grazie al denaro, è possibile attuare qualsiasi scambio bilaterale a patto che il denaro sia a disposizione del soggetto che accetta la merce scambiata e che ci sia accordo nel valore che viene attribuito al denaro stesso da parte dei due soggetti.

La quantità complessiva di denaro in circolazione può agire come inibitore o come eccitatore della dinamica degli scambi bilaterali.

Infatti, anche se sono stati prodotte molte merci e molti servizi, se i soggetti non hanno disponibilità di denaro, non possono attivare gli scambi necessari per far circolare queste merci e questi servizi.

Se invece c'è abbondanza di denaro in circolazione, gli scambi sono favoriti e accelerati e i prezzi tendono ad aumentare.

Chi controlla l'emissione e la distribuzione del denaro, quindi, ha la possibilità di agire sull'economia di una intera comunità determinando la riduzione o l'aumento degli scambi nell'unità di tempo e cioè determinando lo sviluppo o il declino della comunità stessa.

Il popolo occidentale, oggi, si trova in questa condizione: non controlla la sua moneta ed ha affidato il potere di creare il denaro ad un cartello di banchieri privati che controllano le banche centrali.

Aggiungete a questo che tutto il denaro in circolazione viene dato in prestito alla comunità economica, prestito su cui gravano interessi inesigibili perché il denaro necessario per ripagarli non viene mai messo in circolazione.

La comunità che determina il funzionamento dell’economia reale (quella delle mele e delle uova, per intenderci) non può svilupparsi se non indebitandosi e si deve indebitare per mettere in circolazione il denaro di cui ha bisogno per consentire la dinamica degli scambi bilaterali.

Con azioni deflattive (scarsità di denaro) e inflattive (abbondanza di denaro) i nostri banchieri privati possono creare bolle speculative protratte nel tempo a cui far seguire crolli improvvisi (crisi) causati dalla artificiale rarefazione del denaro e del credito in circolazione (credit crunch).

Durante questi crolli (crisi) avvengono massicci trasferimenti di ricchezza reale dalle mani del popolo a quelle degli oligarchi.


martedì 20 settembre 2011

La crisi del denaro-debito

Siamo attraversati da una crisi economico-finanziaria senza precedenti che fa tremare tutto l'occidente e che, a detta di molti analisti, si sta rapidamente avvicinando ad un punto di singolarità.

Per il nostro bene e, soprattutto, per il bene dei nostri figli, abbiamo il dovere di comprendere le cause vere e profonde di questa crisi e di agire su di esse per cercare di fermare il processo in corso e per scongiurare il rischio di future "ricadute".

Animato da questo spirito, sto conducendo, da qualche mese a questa parte, una personalissima ricerca sul tema della emissione monetaria che, personalmente, sono giunto a considerare come il perno centrale di tutta la questione (l'occhio del ciclone) su cui vale la pena concentrare tutta la nostra attenzione e tutta la nostra intelligenza critica.

Grazie a questo percorso di ricerca sono venuto a conoscenza di una serie di fatti che prima, semplicemente, ignoravo e che ora - visti dalla prospettiva della crisi sistemica - assumono una importanza cruciale e determinante.

Ecco alcuni di questi fatti:

1) la riserva aurea non esiste più (è stata abolita nel 1971 da Richard Nixon che ha dichiarato unilateralmente conclusi gli accordi di Bretton Woods)

2) dal 1971, quindi, il dollaro usa e tutte le monete legate al dollaro usa, compreso l'euro, sono semplicemente create dal nulla (al solo costo tipografico)

3) molti stati sovrani non possono battere moneta e, per averla, devono "chiederla in prestito" alla banca centrale emettendo titoli di debito gravati da interessi

4) gli USA si trovano in questa condizione dal 1913 (anno di approvazione del Federal Reserve Act).
( qui c'è tutta la storia: http://www.youtube.com/watch?v=ArdQIa5kMUQ )

5) tutti i paesi di eurolandia hanno affidato il compito di battere moneta (l'euro) a una nuova Banca Centrale, la BCE, le cui quote di controllo sono ripartite tra tutte le BCN (Banche Centrali Nazionali), compresa la nostra banca d'Italia, che, a sua volta, è controllata da un cartello di banche e assicurazioni private

6) Info di pubblico dominio sulla BCE:

La Banca Centrale Europea è totalmente indipendente dal controllo politico:


Il capitale sociale della BCE è ripartito su tutte le BCN (Banche Centrali Nazionali) dei paesi che hanno adottato l'EURO e anche di alcuni paesi che non lo hanno adottato.

Tra questi ultimi spicca il ruolo della Banca d'Inghilterra che, da sola, detiene il 14,5% del capitale della BCE:



La Banca d'Italia detiene il 12,49% del capitale della BCE.

Composizione sociale della Banca d'Italia (dal sito ufficiale):




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Dopo l'esposizione dei fatti,  alcune domande:


1. perché gli stati sovrani affidano il potere della emissione monetaria ad un cartello di banche private ?
La Banca Centrale non dovrebbe essere una istituzione dello Stato esattamente come lo sono il Parlamento, il Governo e la Magistratura ?

2. se non c'è più la riserva, la banca centrale può legittimamente affermare di essere proprietaria della moneta ?

3. e se non è proprietaria della moneta, a che titolo la "presta" agli stati sovrani ?

4. chi è il legittimo proprietario della moneta (ad esempio dell'euro) al momento della emissione ?
(a tal proposito, il prof Giacinto Auriti ha elaborato una interessante teoria detta del "Valore Indotto"... su google e youtube si trovano molti riferimenti)

5. quando le banche centrali creano denaro dal nulla e lo prestano agli stati sovrani, su questi prestiti fanno gravare un interesse.
Chi crea il denaro necessario per pagare gli interessi se solo la banca centrale è monopolista della emissione monetaria ?
Se il denaro per pagare gli interessi non viene mai creato, gli interessi sul debito sono davvero esigibili ?

6. la pressione fiscale serve, in massima parte, per pagare gli interessi sul debito pubblico accumulato.
A che livello si assesterebbe la pressione fiscale se lo stato sovrano potesse emettere la sua moneta esente da debito ?

Passo...