sabato 25 febbraio 2012

European Stability Mechanism


Dobbiamo assolutamente capire che cos'è l'ESM (European Stability Mechanism) come funzionerà, chi lo controllerà, che influenza avrà nel determinare la politica economica degli Stati europei, che garanzie democratiche avranno i cittadini europei rispetto al corretto utilizzo di questo nuovo strumento finanziario.

La BCE, come sappiamo, per vincoli di statuto non può finanziare il debito degli Stati Europei cioè non può esercitare il ruolo di prestatore di ultima istanza.

L'ESM non avrà questi vincoli: sarà finanziato dagli Stati e potrà acquistare i bond degli Stati (in difficoltà) dettando le sue condizioni.

Sarà, di fatto, un prestatore di ultima istanza ma senza il potere di battere moneta che rimane esclusivo appannaggio della BCE.

Noi Cittadini Europei abbiamo il diritto / dovere di conoscere e comprendere tutti i dettagli di questo nuovo importante strumento di governance finanziaria del territorio in cui viviamo per essere certi che questa governance sia svolta esclusivamente nei nostri interessi e non sia l'ennesimo giochetto fatto alle nostre spalle dai nuovi sovrani della finanza globalizzata.

Informiamoci e cerchiamo di capire, non facciamo i citrulli.

... 

Il Trattato che istituisce lo ESM si può scaricare da questo indirizzo:


e in Italiano:


http://www.european-council.europa.eu/media/582889/08-tesm2.it12.pdf


Riporto il testo degli articoli più significativi.


Notate, in particolare, l'Articolo 32 che descrive i privilegi e le (incredibili) immunità concesse a questo nuovo organismo finanziario ! 


Non mi pare si parta con il piede giusto per quanto riguarda la trasparenza e la tutela democratica.


ARTICOLO 3 Scopo
L'obiettivo del MES è quello di mobilizzare risorse finanziarie e fornire un sostegno alla stabilità, secondo condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto, a beneficio dei membri del MES che già si trovino o rischino di trovarsi in gravi problemi finanziari, se indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso e quella dei suoi Stati membri. A questo scopo è conferito al MES il potere di raccogliere fondi con l’emissione di strumenti finanziari o la conclusione di intese o accordi finanziari o di altro tipo con i propri membri, istituzioni finanziarie o terzi.

ARTICOLO 8 Stock di Capitale autorizzato

1. Lo stock di capitale autorizzato del MES ammonta a 700 000 milioni di EUR. Esso è suddiviso in sette milioni di quote, ciascuna del valore nominale pari a 100 000 EUR, sottoscrivibili in conformità al modello di contribuzione iniziale di cui all’articolo 11 e calcolato nell’allegato I.
2. Lo stock di capitale autorizzato è composto da quote versate e quote richiamabili. Il valore nominale aggregato totale iniziale delle quote versate ammonta a 80 000 milioni di EUR. Le quote di capitale autorizzato inizialmente sottoscritte sono emesse alla pari. Le altre quote sono emesse alla pari, salvo se in particolari circostanze il consiglio dei governatori decida di emetterle a differenti condizioni.
3. Le quote di capitale autorizzato non sono in alcun modo gravate da oneri, pegni ed ipoteche e non sono trasferibili, fatta eccezione per i trasferimenti conseguenti alla rimodulazione del modello di contribuzione di cui all’articolo 11 in misura necessaria a garantire che la ripartizione delle quote corrisponda al modello modificato.
4. I membri del MES si impegnano irrevocabilmente e incondizionatamente a versare la propria quota di capitale autorizzato in conformità al modello di contribuzione di cui all’allegato I. Essi provvedono in tempo utile al versamento delle quote di capitale richiamato secondo le modalità stabilite nel presente trattato.



ARTICOLO 12 Principi 
1. Ove indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso e dei suoi Stati membri, il MES può fornire a un proprio membro un sostegno alla stabilità, sulla base di condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto. Tali condizioni possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite

ARTICOLO 32 Status giuridico, privilegi e immunità 

1. Al fine di consentire al MES di realizzare il suo obiettivo, allo stesso sono conferiti nel territorio di ogni suo membro lo status giuridico ed i privilegi e le immunità definiti nel presente articolo. Il MES si adopera per ottenere il riconoscimento del proprio status giuridico e dei propri privilegi e delle proprie immunità negli altri territori in cui opera o detiene attività.
2. Il MES è dotato di piena personalità giuridica e ha piena capacità giuridica per:
a) acquisire e alienare beni mobili e immobili;
b) stipulare contratti;
c) convenire in giudizio; e
d) concludere un accordo e/o i protocolli eventualmente necessari per garantire che il suo status giuridico e i suoi privilegi e le sue immunità siano riconosciuti e che siano efficaci.
3. I beni, le disponibilità e le proprietà del MES, ovunque si trovino e da chiunque siano detenute, godono dell’immunità da ogni forma di giurisdizione, salvo qualora il MES rinunci espressamente alla propria immunità in pendenza di determinati procedimenti o in forza dei termini contrattuali, compresa la documentazione inerente gli strumenti di debito.
4. I beni, le disponibilità e le proprietà del MES, ovunque si trovino e da chiunque siano detenute, non possono essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca, esproprio e di qualsiasi altra forma di sequestro o pignoramento derivanti da azioni esecutive, giudiziarie, amministrative o normative.
5. Gli archivi del MES e tutti i documenti appartenenti al MES o da esso detenuti sono inviolabili.
6. I locali del MES sono inviolabili.
7. I membri del MES e gli Stati che ne hanno riconosciuto lo status giuridico e i privilegi e le immunità riservano alle comunicazioni ufficiali del MES lo stesso trattamento riservato alle comunicazioni ufficiali di un membro del MES.
8. Nella misura necessaria allo svolgimento delle attività previste dal presente trattato, tutti i beni, le disponibilità e le proprietà del MES sono esenti da restrizioni, regolamentazioni, controlli e moratorie di ogni genere.
9. Il MES è esente da obblighi di autorizzazione o di licenza applicabili agli enti creditizi, ai prestatori di servizi di investimento o ad altre entità soggette ad autorizzazione o licenza o regolamentate secondo la legislazione applicabile in ciascuno dei suoi membri.



...

Perchè nessuno ci sta spiegando il significato e le implicazioni di questo nuovo trattato in televisione o sui media mainstream ? 

Perchè dobbiamo sempre faticare come dei pazzi per conoscere gli estremi di queste "manovre" che poi, alla fine, condizionano pesantemente la nostra vita quotidiana ?

...

Seguono altri link utili per approfondire:








venerdì 24 febbraio 2012

Acchiappa-citrulli


Dopo aver camminato una mezza giornata arrivarono a una città che aveva nome "Acchiappa-citrulli". 

Appena entrato in città, Pinocchio vide tutte le strade popolate di cani spelacchiati, che sbadigliavano dall'appetito, di pecore tosate che tremavano dal freddo, di galline rimaste senza cresta e senza bargigli, che chiedevano l'elemosina d'un chicco di granturco, di grosse farfalle, che non potevano più volare, perché avevano venduto le loro bellissime ali colorite, di pavoni tutti scodati, che si vergognavano a farsi vedere, e di fagiani che zampettavano cheti cheti, rimpiangendo le loro scintillanti penne d'oro e d'argento, oramai perdute per sempre.

In mezzo a questa folla di accattoni e di poveri vergognosi passavano di tanto in tanto alcune carrozze signorili con dentro o qualche volpe, o qualche gazza ladra o qualche uccellaccio di rapina.

"E il Campo dei miracoli dov'è?" domandò Pinocchio.
"È qui a due passi."

Detto fatto traversarono la città e, usciti fuori dalle mura, si fermarono in un campo solitario che, su per giù, somigliava a tutti gli altri campi.

"Eccoci giunti", disse la Volpe al burattino.
"Ora chinati giù a terra, scava con le mani una piccola buca nel campo e mettici dentro le monete d'oro."

Pinocchio ubbidì. Scavò la buca, ci pose le quattro monete d'oro che gli erano rimaste: e dopo ricoprì la buca con un po' di terra.

"Ora poi, disse la Volpe, vai alla gora qui vicina, prendi una secchia d'acqua e annaffia il terreno dove hai seminato."
 
Pinocchio andò alla gora, e perché non aveva lì per lì una secchia, si levò di piedi una ciabatta e, riempitala d'acqua, annaffiò la terra che copriva la buca. Poi domandò:

"C'è altro da fare?"
"Nient'altro", rispose la Volpe. "Ora possiamo andar via. Tu poi ritorna qui fra una ventina di minuti e troverai l'arboscello già spuntato dal suolo e coi rami tutti carichi di monete."
 
Il povero burattino, fuori di sé dalla contentezza, ringraziò mille volte la Volpe e il Gatto, e promise loro un bellissimo regalo.

"Noi non vogliamo regali", risposero quei due malanni. "A noi ci basta di averti insegnato il modo di arricchire senza durar fatica, e siamo contenti come pasque."
 
Ciò detto salutarono Pinocchio, e augurandogli una buona raccolta, se ne andarono per i fatti loro.

domenica 19 febbraio 2012

Back from the future


In altri post di Piazzaverdi abbiamo trattato il tema della "Crescita a tutti i costi", lo slogan ripetuto fino alla noia da destra, da sinistra e dal centro, tipico del nostro mondo occidentale impostato sul "finanzcapitalismo". 

Abbiamo già descritto tutte le preoccupazioni che una simile "corsa" ci possa condurre verso l'incompatibilità con la vita stessa del nostro Pianeta, e quindi di noi stessi. 

Siamo, in altri termini, (in)consapevoli (?) attori di una corsa verso un possibile "suicidio" (solo economico?) di massa, del quale evidentemente i nostri governanti non si rendono conto. Oppure credono sia una esagerazione dei soliti ambientalisti...

E invece le risorse naturali sono limitate, e questo lo dicono in tantissimi. Forse sono quasi terminate (vedi qui). Sicuramente non sono infinite (vedi anche qui e qui). 

E questo avviene perchè la "voracità" e la "velocità" con cui le risorse vengono consumate sono assolutamente fuori "scala", troppo elevate rispetto ai tempi con cui si sono create e continuano a riprodursi (quando ciò è possibile...) nel nostro pianeta.

Per altro, e questo è veramente l'aspetto più incredibile, non è tanto l'economia reale ad essere la principale causa di tutto ciò, quanto al contrario l'economia speculativa che è di gran lunga maggiore di quella reale, a giudicare almeno dai dati degli ultimi 5-10 anni. 

Riporta Luciano Gallino nella sua opera "Finanzcapitalismo", che le transazioni sui mercati finanziari globali corrispondono (riferimento all'anno 2007) a 75 volte (!!!) il PIL dell'intero mondo. Solo all'inizio degli anni '90 i numeri erano molto più bassi, anche se certi sintomi di strapotere crescente della finanza speculativa erano già visibili.

La creazione dal "niente" di denaro-debito è stata esponenziale e oggi il debito contratto dalle persone, dalle imprese ecc.. è a valori incredibilmente elevati (ordine cento "trilioni" di dollari). 

Sempre Luciano Gallino sostiene che sarebbe necessario far crescere il PIL globale del mondo di almeno 6-7 volte (all'anno) solo per pagare gli interessi di tale debito !

Ieri il governatore della Banca d'Italia ha invece detto (vedi qui) che, ad esempio, l'Italia è in recessione, e che nel 2012 il PIL calerà dell'1,5% . Per altro, tutta o quasi l'Europa è in recessione, fino a giungere al caso clamoroso della Grecia, che è praticamente già fallita. Altro che crescita, quindi...

Ma tutti sostengono che non si possa rallentare questa macchina finanziaria che va a 3000 chilometri l'ora. Non è pensabile che qualcuno dei potenti del mondo possa dire: freniamo un attimo. Caliamo un attimo le nostre richieste, investiamo "meno" in pubblicità, smettiamo di creare alla gente tante "finte" necessità che producono solo debito, al solo fine di far ingrassare quattro spregiudicati speculatori.  

E quindi non ho alcun dubbio che assisteremo ad altre emissioni di enormi quantità di soldi creati dal "nulla", a fronte di un'economia reale che, paradossalmente, continuerà a non tirare più lo stesso. Almeno per quanto riguarda la creazione e mantenimento dei beni e dei servizi primari, visto che i beni di lusso, la produzione dei quali è estremamente energivora (si pensi solo ai SUV !), difficilmente subiranno delle crisi di produzione...

Però (e non so se rallegrarmene o soffrirne...) ho la netta sensazione che potrà pensarci la Natura stessa a mettere delle regole a queste follie della finanza, che vede nella Crescita della speculazione la sola possibilità di continuare ad ingrassarsi. 

E questo potrebbe accadere attraverso un rapido transito da questo apparente stato ordinato che ci... tranquillizza (vedi il post "inerzia dell'ordine") e fatto di... "supermercati sempre pieni", verso un altro stato altrettanto ordinato dove però faremo forse fatica a trovarli...i supermercati. 

La transizione potrebbe essere catastrofica, citando Renè Thom (vedi anche qui ) e farci ritornare verso un nuovo "vecchio" mondo, in una sorta di "back from the future" del quale, ogni tanto, ce ne parla qualche nostro vecchio nonno...

Staremo a vedere...

sabato 18 febbraio 2012

L'inerzia dell'ordine


L'Uomo contemporaneo è un essere vivente complesso e fragile.

Per sopravvivere ha bisogno di essere immerso in un contesto ordinato.

Un contesto naturale e biologico ordinato: perchè ha bisogno di aria pulita, di acqua in abbondanza, di un ristretto range di parametri termodinamici (temperatura, pressione).

Un contesto socio economico ordinato: perchè ha bisogno di acquistare beni e servizi di prima necessità prodotti da altri esseri umani e resi disponibili sul mercato, ha bisogno di infrastrutture materiali per muoversi e per abitare, di infrastrutture digitali per comunicare e reperire informazioni.

Un contesto psicologico ordinato: perchè ha bisogno di un una rete familiare ed amicale per alleviare la sua solitudine e dare senso alla propria esistenza.

L'Ordine, dunque, è una condizione necessaria per la sopravvivenza individuale e sociale.

Ogni situazione di dis-Ordine, di caos, di instabilità, di incertezza, non è adatta alla vita.

Pertanto, quando viene a determinarsi storicamente un Sistema Ordinato (sistema finanziario, politico, religioso, sociale, culturale) esso tende ad acquisire, nel tempo, una sorta di energia di legame che lo rende stabile e resistente al cambiamento.

I Sistemi Ordinati sono, quindi, inerziali nel senso che - in assenza di particolari stimoli esterni - tendono a permanere "naturalmente" nel loro status-quo.

E l'energia di legame che rende inerziale il Sistema Ordinato è determinata dalla sommatoria delle nostre abitudini, dei nostri comportamenti automatici, delle nostre "prassi" quotidiane che ci permettono di vivere senza dover sempre pensare, senza dover sempre scegliere, senza dover sempre capire.

Per andare al supermercato non serve un grande "sforzo" intellettuale: si entra, si compra, si paga, si torna a casa.

Il supermercato è lì, è una certezza, è una "costante" che ci semplifica la vita.

E' un elemento che concorre all'Ordine del Sistema.

La mia convinzione è che l'inerzia dei Sistemi Ordinati, la loro naturale resistenza al cambiamento, si determina per QUALSIASI Sistema Ordinato, a prescindere dalla sua "moralità", dalla sua "equità", dalla sua "giustizia interna".

Per le fragili creature umane, infatti, un QUALSIASI Sistema Ordinato è sicuramente preferibile al CAOS e, minacciando una alternativa caotica, si può imporre qualsiasi forma di Ordine Sociale che, successivamente, si stabilizza generando prassi ed abitudini diffuse a cui nessuno può facilmente rinunciare.


E' come se l'Ordine creasse una sorta di dipendenza e, quindi, l'inerzia al cambiamento.

Noi (tutti) sappiamo di vivere in un Sistema ingiusto, per molti versi immorale, organizzato in modo tale da arricchire una ristretta èlite di privilegiati a scapito di enormi masse di popolazione dedicate esclusivamente alla produzione, al consumo e alla creazione di un inutile valore aggiunto.

Sappiamo di vivere dentro la Matrice della Finanza Globalizzata.

Eppure QUESTO Sistema non riusciamo a cambiarlo, non riusciamo a scardinare i suoi meccanismi, non riusciamo neanche a scalfirlo.

Ci stiamo dentro e ci viviamo dentro ogni giorno perchè è un Sistema ORDINATO e quindi, con le nostre abitudini consolidate, lo abbiamo reso INERZIALE.

Siamo disposti a cambiare QUESTO Sistema rischiando - anche per un periodo limitato di tempo - di non trovare più il Supermercato aperto il sabato mattina o di non poter più usare l'automobile o non poter più navigare su Internet e scrivere il nostro Blog ?

Siamo disposti a passare attraverso il CAOS per trovare un NUOVO ORDINE che sia profondamente e definitivamente migliore di quello attuale ?

mercoledì 15 febbraio 2012

CDO, CDS e la copula gaussiana...


Avete mai giocato a quel gioco di gruppo in cui si mettono N sedie vuote al centro della stanza mentre N+1 persone ballano o girano tutte attorno ? 

Se conoscete il gioco, allora sapete bene cosa succede:

appena la musica viene improvvisamente interrotta, tutti corrono a sedersi e una persona, sicuramente, non trova la sua sedia e viene eliminata dal gioco. 

Lo schema di questo gioco rappresenta molto bene l'attuale assetto del mercato finanziario derivato.

Finchè l'economia gira ognuno crede di possedere una fetta di ricchezza rappresentata dai titoli (derivati) in suo possesso.

Poichè questi titoli hanno un "valore di mercato" (cioè hanno un prezzo, determinato momento per momento) essi vengono continuamente scambiati e generano plusvalenze (cioè soldi veri !) determinate dai differenziali tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita. 

Il valore di questi titoli, però, è assolutamente fittizio perchè il loro controvalore totale (le persone che ballano attorno alle sedie) è di molto superiore a quello presente nell'economia reale (le sedie).

E quindi, appena la musica finisce e l'economia di carta smette di ballare (pardon, di circolare) scatta la corsa alle sedie e qualcuno rimane necessariamente fregato.

Fuor di metafora, riporto di seguito un contributo illuminante del mio carissimo amico Valter che ci aiuta a capire come funziona questo raffinato gioco delle tre carte:

Ecco cosa scrive:

<< 
La "copula"  e' piu' o meno un giochetto accademico.


La vera realtà sono i CDO, CDS, rating agencies e debiti ipotecari, mutuari e sovrani globali che ammontano a cifre pazzesche: x 'trillion dollars'.

Il meccanismo dei CDO e' favoloso.

Si prendono tanti mutui, per esempio, centinaia di migliaia di mutui.
Si creano dei raggruppamenti di questi in tranches/pool.
Si fa una classificazione per solvibilità. 


Le tranches piu' sicure vengono ratificate AAA e venduti come titoli sicuri a redditività certa.


Poi via via le tranches piu' 'problematiche' ricevono rating piu' basso ma le si vende con un tasso di interesse corrisposto all'acquirente maggiore.


Se poi vuoi cautelarti di eventuali perdite dovute ai CDO piu' rischiosi, la banca di affari ti offre una vantagiosa polizza-titolo o CDS


Fino alla riscossione dell'ultimo interesse tu paghi il premio assicurativo.
Nel caso di default la banca ti paga le perdite. 


Certo poi ci sono quelli che comprano (naked)CDS senza avere in casa il titolo dal cui default cautelarsi.


In pratica scommettono sul default ! Speculazione pura.

Il problemino matematico che le banche di affari devono continuamente risolvere e' il seguente:


se creo una tranche di n debiti/obbligazioni ( ad esempio n acquirenti di case, ma direi anche n obbligazioni un po' greche, un po' italiane e cosi' via ) con che prezzo devo piazzarla sul mercato? 


Il criterio è: prezzo alto --> rischio insolvenza alto --> rendimento alto. 


Una tranche va in default se la maggior parte delle sue componenti va in default. 


E qui s'inserisce la copula


Mediante questa si passa dalle distribuzioni di probabilità (del time-until-default) delle singole componenti alla distribuzione di probabilità cumulativa. 


Con la copula possiamo misurare il grado di correlazione. 


E' un approccio. Non e' il solo. E di copule ne esistono tante. 


Con quella gaussiana David Li era riuscito a ricavare un numero magico facile da calcolare sulla base dei dati storici con cui valutare la correlazione del rischio default. 


Era quello che i boards delle banche di affari volevano. 


Un algoritmo semplice (per fregare meglio la gente ... NdR).

 >>

  
Domandona (finale):

Il governo Monti ha deciso di stroncare duramente l'evasione fiscale.

Per quale motivo non dichiara anche guerra aperta a queste nefandezze finanziarie ?

Perchè non abolisce per legge l'uso della finanza derivata ?

Almeno in ITALIA ?

Sarebbe un gesto altamente simbolico, altamente "sovrano".

Un bel segnale di coraggio e coerenza da dare ai merca(n)ti.

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Appendice:




venerdì 10 febbraio 2012

pre-Monti


Ho trovato sul sito del Corriere della Sera l'archivio degli ultimi editoriali firmati dal prof. Mario Monti negli anni e nei mesi precedenti il suo attuale incarico di governo.

Ecco l'indirizzo:


Alcuni brani mi sembrano molto significativi soprattutto se riletti proprio oggi, il giorno della prima visita ufficiale del Presidente Monti al Presidente Obama, a Washington.


(3 febbraio 2008)

Se le energie politiche vengono spese tutte per combattere l'avversario, dove si trova la forza per arginare il disfacimento dell'Italia, ad opera degli italiani? L'opinione pubblica, stanca di uno spettacolo inconcludente e a volte indecente, chiede uno sforzo comune su cose concrete. Forse fiutando questa domanda, i due leader appaiono ora meno ostili all'idea di una grande coalizione. Ma sono credibili?


(5 marzo 2008)

Ian Bremmer, un esperto di risk management nella politica internazionale, ci spiega molto bene, nel suo recente "La curva J", che la stabilità può essere assicurata, in modo brutale e opprimente, dall'estrema chiusura che caratterizza i regimi dispotici o, in modo più consensuale e duraturo, dalla grande apertura delle democrazie liberali. In mezzo, quando l'apparato della dittatura non funziona più, ma le nuove istituzioni non si sono ancora affermate e le forze contrapposte si scontrano tra loro, si vivono i tempi più incerti e pericolosi. Lo stesso vale per l'economia e i rapporti sociali in Occidente: l'affermarsi della globalizzazione e delle liberalizzazioni può comportare contraccolpi negativi e originare rigurgiti di protezione, diffidenza, chiusura e odio nei confronti del diverso, ma all'altra estremità del tunnel ci aspettano un'economia e un modello di convivenza migliori.


(5 ottobre 2008)

Come tutti gli altri, la Ue sta subendo l’impatto della crisi sui mercati finanziari e sull’economia reale. A differenza degli altri, essa subirà anche un impatto sulla sua stessa identità, cioè sull’integrazione. Mentre il primo è fortemente negativo, questo secondo impatto potrebbe anche non esserlo. Dipende solo da noi europei. E’ grande il rischio che i diversi Stati europei tentino di rispondere alla crisi con interventi nazionali non coordinati, che porterebbero verso una disintegrazione, cioè al crollo di elementi importanti della costruzione comune già realizzata.  

Ma vi è anche l’opportunità di reagire alla crisi in modo cooperativo, rafforzando la costruzione con alcuni elementi strutturali senza i quali essa mostra la propria fragilità. La crisi farebbe allora compiere un passo avanti all’integrazione. Non sarebbe la prima volta. Senza le gravi crisi valutarie del passato, i governi e le banche centrali non avrebbero mai trovato la forza per rinunciare alla «sovranità monetaria». E’ così, dalle crisi, che nacquero l’euro e la Banca Centrale Europea, senza i quali la crisi attuale avrebbe sull’Europa conseguenze ancora più pesanti.


(1 febbraio 2009)

Con la crisi e con l'arrivo del presidente Obama, il mondo avverte finalmente l'urgenza di governare la globalizzazione. Per dare forma a tale governo, guarda al know-how dell'Europa, dalla quale si aspetta un contributo particolare. 

Il rischio è legato alla minore credibilità di cui gode oggi l'economia di mercato, dopo gli abusi che ne sono stati fatti. Il rischio di passare da un estremo all'altro, con un ritorno disordinato degli Stati nei mercati e con nuove regolamentazioni dettate dall'urgenza, c'è dappertutto. Ma in Europa può essere più distruttivo. In Europa, il «mercato», accompagnato dal «sociale », non è solo un modo in cui sono organizzate le attività economiche. E' anche il fondamento dell'integrazione europea. 

L'Unione Europea si è a lungo chiamata «Mercato comune». Se gli Stati membri, nel gestire la crisi, tornano a praticare politiche essenzialmente nazionali, senza curarsi troppo delle conseguenze negative sugli altri Stati, se la sorveglianza della Commissione europea viene vista con insofferenza, se queste tendenze prendono piede, allora l'Europa rischia di perdere la base principale della propria integrazione. Di andare verso la disintegrazione, proprio nel momento in cui il mondo riconosce la validità della costruzione europea e vuole imitarla.

giovedì 2 febbraio 2012

Lo Spread e la Neve


Bologna, 2/2/2012.

Nevica da due giorni.

Molta neve, sicuramente, come aveva previsto il meteo ...

La Città (stiamo parlando di Bologna !) completamente bloccata.

E come lei tanti piccoli e grandi comuni del territorio circostante.

Strade bloccate, treni in tilt, mobilità in tilt.

Scuole chiuse.

Moltissima gente non riesce a recarsi al lavoro.

L'economia di tutto il territorio quasi paralizzata.

Una bella botta al PIL della Regione !!

Chissà se si riesce a stimare in termini percentuali.

Si vabbè la neve è tanta, troppa, fuori dalla "norma".

Però le ruspe e gli spazzaneve non si vedono !

Sono pochi, pochissimi.

E le strade si ghiacciano, la gente scivola, le macchine vengono intrappolate.


Perchè non ci sono mille spazzaneve in giro per tutta la città per consentire ai cittadini di continuare a vivere anche se nevica ?


Vediamo se questa catena di nessi causali può reggere come spiegazione:

1. Lo spread si impenna e aumenta il servizio sul debito pubblico

2. Per pagare i maggiori interessi sul debito, lo Stato deve aumentare l'avanzo primario

3. L'avanzo primario è Tasse MENO Spesa

4. Quindi l'unica ricetta è PIU' Tasse e MENO Spesa

5. MENO Spesa significa tagli !

6. Tagli agli enti locali e ai comuni in particolare

7. I comuni non riescono a far fronte ai servizi e, ad esempio, riducono al minimo gli spazzaneve !

8. Nevica un po' di più e una città come Bologna precipita nel caos dopo 12 ore.


Quindi lo Spread lo paghiamo almeno due volte

Una volta come maggiori oneri sugli interessi 

Una seconda volta con questi tremendi crolli del PIL causati dai disservizi causati dalla drastica diminuzione del livello qualitativo e quantitativo dei servizi pubblici locali.

E temo che lo pagheremo anche una terza volta quando - appellandosi allo scarso livello di servizio del gestore pubblico - il pifferaio magico invocherà a gran voce il Deus Ex Machina delle Liberalizzazioni per affidare tutti questi servizi ai privati che - per definizione - sanno fare tutto meglio di tutti.