lunedì 10 dicembre 2012

L'inizio della fine



Trovo particolarmente illuminante, di una sinistra luce retrospettiva, questo pezzo di Badiale e Tringali dedicato alla ricostruzione del passaggio storico che portò l'Italia, nel 1978, dentro il Sistema Monetario Europeo (lo SME):

http://il-main-stream.blogspot.it/2012/09/lo-sme-leuro-e-la-sinistra-italiana.html

Ed è molto interessante ed istruttivo vedere quale fu la posizione della sinistra (il PCI di Berlinguer e Napolitano del '78) che, allora, dopo il delitto Moro, appoggiava, dall'esterno, il governo Andreotti IV.

 

I comunisti non furono frontalmente contrari all'ingresso dell'Italia nello SME ma si opposero alla decisione dell'ingresso immediato (fortemente voluto da Francia e Germania) e alla mancanza dei necessari "correttivi" (suggeriti dal governo italiano e poi  respinti dalla compagine europea schierata con compattezza) che avrebbero mitigato e ammortizzato, gli effetti negativi dell'unione monetaria sui salari e sul lavoro.
 

Quindi il PCI votò contro l'ingresso immediato nello SME ma non votò contro lo SME nel suo complesso.

L'italia, quindi, entrò, nel 1978.

Nel 1981 si consumò poi il cosiddetto "divorzio" tra Bankitalia e Tesoro cioè la Banca Centrale Italiana (la Banca di emissione della lira italiana) smetteva irrevocabilmente di acquistare i Titoli di Stato che non si riuscivano a collocare nelle aste togliendo una fondamentale fonte di domanda e quindi una leva per calmierare i tassi di interesse.

Questi due "colpi di mortaio" hanno dato inizio ad una parabola neo-liberista che ha avuto il suo culmine ascendente nel 1999 con l'introduzione dell'euro ed hanno provocato nei dodici anni dal 1981 al 1993 la duplicazione del rapporto debito/pil (dal 60% al 120%) non certo causato dalla spesa-pubblica-improduttiva che - anzi - fu sempre inferiore alla media europea - ma dallo sconsiderato aumento dei tassi di interesse determinati univocamente dai "mercati".

La domanda che mi faccio e a cui non riesco ancora a dare una risposta è:

PERCHE' ?

Perchè, nel '78 e nel '81 furono prese queste decisioni ?

Quali furono gli interessi palesi o occulti che determinarono questi passi ?

Quali furono le pressioni internazionali spinsero l'Italia in questo percorso ?

Perchè il PCI non si oppose o si oppose così blandamente ?

E perchè, dopo la debacle dello SME nel 1992 (segno evidente di una insostenibilità strutturale di un regime di cambio fisso tra i paesi europei) abbiamo di nuovo intrapreso la stessa strada senza nessun correttivo ma, anzi, con maggiori elementi di rigidità ?

Sandro.

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