lunedì 14 gennaio 2013

Debito Sovrano


L'espressione "Debito Sovrano" è un ossimoro.

Perchè solo un Creditore può essere sovrano.

Un Debitore può essere solo un suddito.

La nostra Costituzione repubblicana dice che "La Sovranità appartiene al Popolo" e quindi il Debito Sovrano è - per definizione - il Debito del Popolo.

Ne consegue che il Popolo - poichè sovrano - può essere debitore solo di se stesso cioè deve essere debitore e creditore al medesimo tempo, altrimenti perde la sua sovranità violando la Costituzione repubblicana.

Non c'è una terza via.

O il Popolo è sovrano - e quindi deve essere debitore/creditore di se stesso - oppure il Popolo è suddito e la Costituzione Repubblicana deve essere riscritta. 

Se non vogliamo riscrivere la Costituzione, occorre risolvere definitivamente la contraddizione tra sovranità popolare e debito sovrano facendo in modo che il Popolo, attraverso le proprie Istituzioni Democratiche, controlli pienamente la (sua) Banca Centrale e, attraverso questa, acquisti i titoli di Stato.

Situazione nella quale NON siamo più dal lontano 1981.

C'è un economista in sala che può trovare un errore in questo ragionamento ?

Sandro.

martedì 1 gennaio 2013

Uscire dalla...solitudine


Mi interrogo sulle ragioni di una certa "difficile-da-descrivere-mancanza-di-volontà" a esprimere opinioni, argomentare, confrontarsi, che da qualche tempo a questa parte mi assale sempre più di frequente. Saranno forse  i problemi del vivere quotidiano, che per altro ci sono sempre stati, oppure le responsabilità lavorative cresciute, magari le insicurezze per il  domani, non tanto per me che sono over '50, ma ad esempio per il futuro dei nostri figli, dei nostri giovani. 

Per il lavoro che sta calando, per i disoccupati che stanno crescendo...

Una volta questi erano i temi della "Politica", sui quali si dibatteva, si facevano proposte, si costruivano..."piattaforme". E si votava questo o quel partito perché si capivano, meglio di quanto sia oggi, le "differenze" tra gli uni e gli altri. 

Certamente gli "inciuci" erano sempre presenti, per carità, ma nessuno avrebbe potuto dire che quello che diceva Berlinguer fosse simile a quello che diceva, ad esempio, Andreotti....

I programmi erano "diversi": c'era una sinistra che diceva cose di "sinistra", e una destra che diceva cose di "destra". E poi c'era la DC, che stava...ferma. Sia quel che sia, il pensiero non era "unico".
Adesso, al contrario, domina un "pensiero unico" neo liberista, che qualcuno dice uccida addirittura la democrazia, più o meno accettato da tutti anche se condito con diverse dosi di "sinistra" o di "destra", a seconda che parli, ad esempio, un Pierluigi Bersani o un Mario Monti. 

E' innegabile che il tema della ineluttabilità della "globalizzazione" dei mercati, così come pure le esigenze della "crescita" sempre e comunque, sono questioni rimarcate da tutti con un martellamento mediatico più o meno assillante e dominano la scena. 

In tal senso le "Agende" sono simili. E non lo dico io, che non conto niente, ma lo dicono dei poderosi opinion maker che hanno fatto e fanno, ad esempio, la storia del giornalismo italiano. 

Ad esempio, Eugenio Scalfari (la Repubblica, 30 dicembre 2012), oltre a far capire, tra le righe, di essersi sentito preso un po' in giro da Mario Monti per i recenti fatti, afferma sempre e comunque: "...tra l’agenda Bersani e quella Monti non vedo grandi differenze, anzi non ne vedo quasi nessuna salvo forse alcune diverse priorità e un diverso approccio alla ridistribuzione del reddito e alle regole d’ingresso e di permanenza nel lavoro dei precari. .... Conclusione: non esiste né un’agenda Bersani né un’agenda Monti. Esiste un’Agenda Italia che dovrebbe essere valida per tutte le forze responsabili e democratiche".

E' interessante notare come, per Scalfari, chi dubiti della "ricetta unica", descritta all'interno di questa "Agenda Italia" può essere definito un...irresponsabile o, quanto meno, uno poco democratico...

Non starò certo a discettare di questo punto di vista, magari non si voleva intendere esattamente quello che io ho inteso: non mi interessa più di tanto il tema. 

Quello che invece mi sembra di constatare, e che ritengo assai più rilevante, è che il popolo legge queste Agende come leggerebbe una "sceneggiatura" di un'opera tragi-comica che si recita all'interno di un teatrino. Dove, per altro, gli attori recitanti non sono neanche dei fuoriclasse della politica, come potevano essere un Berlinguer o un Fanfani o un Nenni, ma piuttosto degli ex portaborse di quei signori, che regnavano (è il caso di dirlo) durante la prima repubblica, distrutta, come è noto, da Tangentopoli. In altri casi non si tratta di ex-portaborse ma al contrario di qualche nuovo "rampante" che si propone dicendo che è bravo perché, è... giovane.

Sostanza o apparenza ? Non v'è dubbio: apparenza, solo apparenza.

Idee ? Poche...e anche espresse male.

Dove ti giri trovi, più o meno quasi sempre, solo "apparenza", raccontata magari con parole diverse dai diversi attori, ma sempre e solo apparenza: da una parte leggi di Monti che scende in campo, ma poi non scende più e poi alla fine...scende, ma... quasi; 

il PD invece fa le primarie (cosa assolutamente nobilissima, non voglio mica criticare), però c'è anche il... "listone" dei sicuri, di quelli che non si fanno da parte neanche dopo 30 anni che stanno in Parlamento. Grandi temi, non c'è che dire. 

Cosa hanno da dire questi signori ? Di che sono esperti ? Non sempre è dato saperlo. Non sempre. Anzi, quasi mai.

A me piacerebbe, ogni tanto, sentir parlare, magari anche sui mass media e non solo cercando negli anfratti più nascosti del web, quale progetto questi signori abbiano in testa per il Paese, e non parlo solo di Economia. 

Parlo, ad esempio, di Piano Energetico, di Piano Industriale, Agricolo, di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, parlo di lotta al dissesto idro-geologico, parlo di Lavoro, parlo di Ricerca Scientifica, parlo di Strategie concrete per arginare il crescente numero di giovani laureati che se ne vanno dall'Italia per non tornare mai più. 

Ho cercato qualcuno di questi temi nelle diverse "Agende", ma faccio fatica a trovare dei ragionamenti approfonditi. Di certe questioni poi non c'è traccia alcuna: cercate ad esempio la parola Ambiente in una qualsiasi di queste "Agende" e ditemi se si trova espressa, sviscerata, documentata, analizzata, qualche proposta concreta

Nada de nada...E, soprattutto non si capisce se, chiunque ci sarà a governare tra 2 mesi, ci metterà dei soldi "reali" oppure no. Per fare le cose che, per altro, non sono scritte...

In compenso, invece, si parla di rigore, di tagli alle inefficienze tipiche del "pubblico" (come ?), si legge che non si possono fare più debiti (e come si potrebbe, con l'obbligo del pareggio di bilancio sancito in Costituzione ?). E poi privatizzazioni,  liberalizzazioni.

Di concretezza, poco o niente. 

E allora, mancando concretezza nella discussione e pochissime idee innovative, cosa fanno le persone ? Dopo un po' si stancano del teatrino, che non fa neanche più ridere, ma al contrario si chiudono ognuno nel proprio "privato", all'interno delle proprie case, beati nidi accoglienti che proteggono dal mondo "cattivo" che sta fuori. 

Ma saranno sempre così accoglienti, questi nidi ? Chissà cosa direbbe qualcuna di quelle 500.000 famiglie che ad un certo punto non ce l'hanno più fatta a  pagare il mutuo della propria casa per perdita del lavoro, e/o diminuzione degli stipendi, e/o aumento delle spese. Qualcuno si interroga, veramente, su queste cose ?

Questa tendenza a chiudersi in se stessi, per salvaguardare le proprie sicurezze spesso fregandosene degli altri, pare stia diventando una specie di "malattia" che desta non poche preoccupazioni. Se ne stanno occupando, da qualche tempo, anche gli psicologi e gli psichiatri, sembra. Suggerisco allo scopo la lettura di un bellissimo libro che mi ha consigliato un mio caro amico che si intitola: "Nulla di Personale" (ed. Pendragon) di Nicoletta Gosio, una psichiatra e psico-terapeuta che vive e lavora a Bologna. 

Il libro, si legge in quarta di copertina, tratta della crisi dei legami inter-personali nell'epoca della globalizzazione, dell'individualismo e dei social network, che in teoria sono tutti strumenti che dovrebbero facilitare la comunicazione tra le persone, non ridurla.

Per gli amici di "Piazzaverdi" riporto un passo di questo libro che mi ha parecchio colpito, che merita un po' di meditazione, a mio avviso. 

Si legge: "...c'erano una volta, di personale, le aspirazioni, le iniziative, le opinioni, l'impegno, la stima, l'aspetto fisico, le confidenze, il carattere e gli slanci, il diario. C'erano i rapporti personali: gli amori accesi, gli amici del cuore, i negozianti di fiducia, i vicini di casa, le promesse e i patti siglati dalla parola, il medico di famiglia. Ora ci sono le ambizioni, il conformismo, il politically correct, i vantaggi, le tattiche e le strategie, la chirurgia plastica seriale, l'imitazione e l'apatia, le vetrine dei reality show e l'esposizione mediatica dell'intimità. Fuochi fatui si spengono nell'anonimato, l'amicizia si quantifica con i click sui social network, i centri commerciali fagocitano una folla frettolosa, lo sconosciuto abita la porta accanto, i giudici di pace non bastano a dirimere i diverbi, la medicina è tecnologizzata e iperspecialistica...".

Ovviamente, il fare "politica" non sfugge a queste nuove regole. Se un tempo la politica si "faceva" dentro il partito facendo "a botte", adesso si fa commentando su Facebook o su Twitter "mozziconi" di frasi scritte da qualcuno, magari anche da qualche deputato o senatore della Repubblica, che forse ritiene di costruire, con questi nuovi mezzi, un succedaneo di quella che era un tempo la discussione agguerrita, lo scambio delle idee, talvolta lo "scontro", soprattutto quando si trattavano temi complessi come appunto l'Ambiente, l'Energia, il Lavoro, la Disoccupazione giovanile e intellettuale...

Oggi si "buttano là" delle pillole di argomenti, senza preoccuparsi di informare prima "bene" di quello che si parla, e poi si lasciano "soli" gli individui, a scaricare con i propri commenti la loro "effimera" voglia di affermare, ognuno, la propria idea. Idea che non sarà ascoltata, soprattutto se non si rifà al "pensiero unico", da quel "grande fratello" che vede e provvede per tutti noi.  E che ci ha, un po' diciamolo, rincoglioniti.

In sostamza siamo sempre più SOLI in questa società "densa" di comunicazione. 

Amici, è tempo di uscire da questa solitudine e ritrovare la "voglia" di argomentare, di studiare il "complesso" della nostra società, non fermandosi solo alla "buccia" esterna. Perchè la "buccia" esterna non rende l'idea di cosa ci sia dentro...

Per fare questo dobbiamo fare violenza alla nostra pigrizia, avallata e sostenuta da chi pensa di aver trasformato gli uomini in mere macchine di produzione e consumo all'interno di questo terrificante finanz-capitalismo di cui si è già parlato anche in questo blog. Dove l'uomo è sempre più "macchina" per produrre, spendere e buttare via, e sempre meno "persona" capace di dibattere con i propri simili. 

Ed è su questa complessità che bisogna tornare a fare "politica", più o meno come si faceva un tempo, quando non c'erano i "social network", ma c'era sicuramente più "social" di quanto ce ne sia adesso.

E questo è anche l'augurio che mi faccio per il 2013 e che giro a tutti i nostri "quattro" amici che ci seguono su questo blog. 

Sperando che diventino quattrocento o magari quattromila o anche più...

Buon Anno a tutti,

Carlo.